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Prezzi (spese postali escluse):
- F.Corridoni “Il fuoco sacro della rivolta” Ed. Seb,
Anno: 2006, Pagine: 360
euro 20,00
- F.Corridoni “Come per andare più avanti ancora” , Ed.
Seb, Anno: 2001 Pagine: 284
euro 18,50
- F.Corridoni “Per le mie idee”, Ed. Seb, Anno: 2oo3,
Pagine: 225
euro 15,00
- offerta speciale:
tutti e tre i volumi 35,00 euro.
F.Corridoni “Il fuoco sacro della rivolta”
Il volume raccoglie una larga parte della produzione giornalistica
corridoniana, apparsa su “L’Internazionale”, “La conquista”,
“Gioventù socialista”, “L’Internazionale”, “L’Avanguardia”
e “Il Popolo d’Italia”. La presente raccolta rappresenta un
quadro tale da rendere completo onore al Corridoni giornalista,
affiancandolo a buon diritto al Corridoni sindacalista e al Corridoni
eroe di guerra, di cui “Come per andare più avanti ancora…” e
“Per le mie idee” sono testimonianza documentale, offrendoci
un’idea compiuta del suo percorso biografico e politico
F.Corridoni “Come per andare più
avanti ancora”
La prima pubblicazione organica degli scritti di Filippo Corridoni
(1887-1915), il sindacalista rivoluzionario che aderì
all’interventismo e morì eroicamente in guerra in un assalto alla
Trincea delle Frasche. L’attualità del pensiero corridoniano
nell’odierno contesto economico e sociale.
F.Corridoni “Per le mie idee”
Dopo la pubblicazione degli scritti politici e sindacali di
Filippo Corridoni (“Come per andare più avanti ancora”, Società
Editrice Barbarossa di Milano), il passo editoriale successivo porta
alla pubblicazione di quanto resta del carteggio corridoniano,
proseguendo quindi lo sforzo per restituire al pubblico nazionale una
raccolta il più possibile completa di tutto quanto ha lasciato di
scritto il sindacalista soldato. Per la stessa casa editrice milanese
è uscito infatti, curato da Andrea Benzi, il volume “..per le mie
idee” (Lettere, frammenti epistolari, cartoline dal fronte): non
solo un contributo fondamentale per leggere la vita dell’
“arcangelo sindacalista”, attraverso il percorso intimo che
sempre la corrispondenza è in grado di svelare, dai tempi della
giovinezza alla tragica ed eroica morte sui campi di battaglia, ma
anche una testimonianza scritta della storia italiana dal 1904 al
1915, storia del movimento sindacale, storia politica, storia
economica, sociale e di costume. Un crescendo da tragedia è
suscitato dalla lettura di queste lettere, frammenti, brevi e
significative cartoline militari, commoventi prove dell’Italia che
poneva le proprie basi nel XX secolo, con le sue lotte per la sua
definitiva unificazione politica e territoriale, con le azioni
sindacali per i diritti, la dignità e l’etica del lavoro, con le
guerre per acquisire il suo nuovo ruolo e la sua completa sovranità
nel contesto europeo e mondiale, risultati questi, tutti scaturiti
dal sangue e dal sacrificio di intere generazioni, dal confronto
talvolta anche fratricida delle opposte fazioni politiche e sociali.
Dalla gioventù marchigiana e dall’accenno ad uno sfortunato amore
nella nativa Pausula, dal 1931 rinominata Corridonia, alle lettere
narranti l’incessante azione sindacale a Milano e Bologna, alle
cartoline militari scritte dalle trincee del Carso o da qualche
provvisorio accantonamento in prossimità del fronte, questa
raccolta, purtroppo frammentaria, è tuttavia sufficiente a darci una
piena e compiuta idea dell’autore, della sua vita, delle sue
passioni e dei suoi pensieri, nonché ci apre alcuni squarci della
vita italiana di quegli anni con i suoi protagonisti, destinati a
recitare in seguito un ruolo di primissimo piano nelle vicende
politiche nazionali, come Benito Mussolini ed Alceste De Ambris,
futuro Duce e capo del fascismo il primo, futuro capo di gabinetto di
D’Annunzio a Fiume e sostenitore del primo antifascismo il secondo.
Qui e là poi, alle lettere ed alle cartoline più “impegnate”,
si affiancano altre note di una straordinaria “normalità”, che
parlano della vita di tutti i giorni, della famiglia, del lavoro, di
piatti di tagliatelle e di vino, veri e propri interstizi o sfondi in
cui si sviluppa l’incredibile avventura terrena di Filippo
Corridoni, grandissimo eroe umano, prima che eroe sindacalista e
soldato. Tutto appare sorretto dall’idealismo più puro e dalla
profonda sincerità del personaggio, tutto tende ad un?esasperazione
tragica, degna di un moderno guerriero omerico, tutto spinge e
trascina, in un’impennata esponenziale di ineguagliabile
drammaticità, al momento cruciale della morte violenta in battaglia,
cui l’eroe appare quasi consapevolmente predestinato da una vita
troppo “dedicata” agli altri ed all’idea, troppo permeata
dell’etica del sacrificio: così quel 23 ottobre 1915 muore Filippo
Corridoni, in faccia agli Austriaci, esponendosi al loro fuoco. Tutto
è in lui impegno, volontà, accettazione di un tragico destino, ma
tutto è anche entusiasmo, coraggio, amore e amicizia, dolore
sprezzante, talvolta lamento e scoramento, persino impulso politico e
rivalità, gelosia ed ambizione, ironia e felicità, come è tipico
del combattente integrale che, suo malgrado e per fortuna, vive il
suo destino di uomo, agisce e soffre senza tuttavia mai perdersi
d’animo, senza mai dimenticare la meta, dando tutto sé stesso.